Trasferimenti illegittimi, la Regione siciliana condannata a risarcire due dirigenti

Trasferimenti illegittimi, la Regione siciliana condannata a risarcire due dirigenti
 

Erano stati travolti dalla maxi-rotazione dei primi giorni dell’era Crocetta. Ma, anziché essere trasferiti in un altro ufficio, erano rimasti per diversi mesi senza incarico. Abbandonati a se stessi, senza nulla da fare durante il giorno. Adesso la sezione Lavoro del tribunale di Palermo ha accolto la richiesta di risarcimento di due dirigenti, assistiti dal sindacato Dirsi: a ciascuno di loro, per il trasferimento giudicato non corretto, sono stati riconosciuti circa settemila euro, ma soprattutto si crea un precedente. “Queste – spiega Silvana Balletta, presidente del Dirsi – sono le prime decisioni adottate dalla magistratura sulla posizione dei singoli soggetti coinvolti nella maxirotazione. L’accertata illegittimità dell’operato dell’amministrazione rischia di cagionare un pesante danno erariale di cui potrebbero essere chiamati a rispondere i dirigenti generali che hanno lasciato i dirigenti coinvolti in una situazione di forzata inoperosità”.

Erano i primi giorni del 2013. Rosario Crocetta era appena approdato a Palazzo d’Orléans e avviò una mega-rotazione alla Regione: prima, il 23 gennaio, furono spostati i dirigenti del dipartimento Formazione, due giorni dopo toccò a quelli del Territorio e il mese successivo fu la volta delle Attività produttive. I due dirigenti – uno della Formazione, l’altro del Territorio – rimasero però senza alcun incarico: “La stessa sorte – prosegue Balletta – toccò a diversi loro colleghi. Nel loro caso, il periodo di ‘sospensione’ durò rispettivamente 8 e 10 mesi”. Il ricorso è stato sostenuto in giudizio dagli avvocati Lorenzo Maria Dentici e Luigi Lo Casto, che hanno sostenuto l’obbligo per la Regione di riconoscere al dipendente trasferito un incarico equivalente a quello lasciato. I giudici, che si sono pronunciati venerdì scorso, hanno accolto le loro tesi.

Secondo il tribunale, ai due vanno riconosciute due voci di retribuzione perse. Da un lato, secondo i giudici, è venuta meno la parte variabile della retribuzione, quella legata cioè all’incarico specifico ricoperto, e dall’altro i dirigenti devono ricevere il 70 per cento del premio di risultato: “In quel periodo – osserva la leader sindacale – non avevano incarichi, e quindi non avevano obiettivi da raggiungere. Hanno perso, cioè, l’opportunità di fare scattare un premio di rendimento”. Che adesso dovrà essere versato. Con una decisione che potrà costituire un precedente per la Regione.

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