Un dirigente di seconda fascia della Regione Siciliana ha adito in via cautelare il giudice del lavoro, ritenendo illegittimo il conferimento di un incarico di dirigente generale a un dirigente di terza fascia, in presenza di dirigenti di seconda fascia.
Il dirigente controinteressato è stato assistito dallo studio DLCI, con il patrocinio degli avv.ti prof. Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto.
Lo studio ha analiticamente ricostruito la disciplina della dirigenza regionale siciliana, precisando che presso la Regione Siciliana, in conseguenza dell’assenza di bandi di concorso da oltre un ventennio, non è più in servizio alcun dirigente di prima fascia (e pochissimi sono i dirigenti di seconda fascia), per cui quasi tutti gli incarichi (compresi quelli di direzione generale) sono conferiti ai dirigenti di terza fascia. Tale scelta – nonostante una sentenza di merito eterodossa – si palesa del tutto legittima stante la natura dirigenziale del rapporto dei dirigenti di terza fascia.
Il Tribunale di Palermo, in ogni caso, in via cautelare ha rigettato il ricorso del dirigente di seconda fascia, osservando che il ricorrente non ha allegato la violazione di diritti il cui pregiudizio non sia ristorabile per equivalente. La legittima aspirazione a ricoprire un incarico dirigenziale generale non costituisce una posizione giuridica soggettiva a contenuto non patrimoniale tutelabile in un giudizio cautelare.
Per maggiori informazioni puoi contattare lo studio DLCI al n. 091.6811454 o scrivere all’e-mail segreteria@dlcilaw.it.