Licenziato perché non può scaricare bagagli, giudice lo reintegra

Licenziato perché non può scaricare bagagli, giudice lo reintegra
 

Raffaele Ciraulo, 44 anni, era dipendente Pae-mas che opera all’aeroporto Falcone Borsellino. La ditta lo ha scaricato perché si è rifiutato di fare lavori pesanti per problemi fisici, la sentenza d’appello gli dà ragione: “Non si possono usare gli addetti come tuttofare”

Non idoneo al carico e scarico bagagli, quindi, licenziato. Era stata questa la sorte di Raffaele Ciraulo, 44 anni, dipendente della società di handling Pae-mas, che opera all’aeroporto Falcone e Borsellino. Ma una sentenza della sezione lavoro della Corte di appello di Palermo, a distanza di 20 mesi dal licenziamento, ha disposto la reintegrazione in servizio, rovesciando le precedenti decisioni del Tribunale che avevano dato ragione alla società. In sostanza, è illegittimo usare i dipendenti addetti ai servizi aeroportuali come tuttofare.

La sentenza rischia di modificare la gestione del personale da parte di una della società che svolge attività di supporto agli aeromobili. Pae-mas, infatti, ha sempre impiegato i lavoratori in mansioni promiscue che vanno dalla guida dei mezzi sulla rampa fino al carico e scarico bagagli. Una “prassi” apparentemente lecita, che la Corte d’appello ha ritenuto in contrasto con le previsioni del contratto collettivo. Raffaele Ciraulo si è sistematicamente rifiutato di svolgere mansioni ritenute dequalificanti, soprattutto una volta che il persistente impiego a compiti pesanti ne aveva determinato l’insorgere di problemi fisici.

A questo punto la società Pae-mas, valutata l’inidoneità del lavoratore al sollevamento di carichi superiori a 5 chili e alla guida continua, ha disposto il licenziamento per sopravvenuta inidoneità fisica. Il ricorso è stato rigettato per due volte dal Tribunale di Palermo che ha ritenuto di guardare alle mansioni svolte in concreto, facendo prevalere l’interesse della società ad avere un lavoratore pienamente utilizzabile. Diverso è stato invece l’esito dell’appello: i giudici hanno condannato la Pae-mas a reintegrare il lavoratore e a corrispondergli dieci mensilità di retribuzione, oltre ai contributi previdenziali.