L’avv. prof. Lorenzo Maria dello studio DLCI ha assistito con successo in grado di appello una pubblica amministrazione in un’azione proposta da un dipendente pubblico per ottenere la conversione del rapporto e il risarcimento del danno da illegittima reiterazione del contratto.

Il Tribunale di Caltanissetta aveva condannato l’ente a versare al lavoratore otto mensilità come danno da abusiva reiterazione. La Corte di Appello ha invece ritenuto fondati i motivi di appello dell’ente con riguardo all’assenza di una valida impugnazione stragiudiziale, riformando la decisione di primo grado e dichiarando inammissibili le domande del lavoratore.

La Corte di Appello ha in particolare esaminato l’impugnazione stragiudiziale osservando che “non si rinviene alcuna dichiarazione di impugnazione, né l’indicazione di che cosa dovrebbe essere impugnato”. Secondo i giudici “l’atto, dunque, non è qualificabile come impugnazione ex art. 6 L. 604 del 1966 dei contratti a termine ai sensi dell’art. 28 D.Lgs. n. 81 del 2015 né, per i contratti a termine stipulati in epoca anteriore all’entrata in vigore dello stesso D.Lgs. 81/2015, ai sensi delle analoghe previsioni dell’art. 32 L. n. 183 del 2010 e succ. mod.”.

In particolare – osserva la Corte – “poiché dunque nessuno dei contratti a termine oggetto di causa (l’ultimo vigente, secondo quanto rappresentato nel ricorso di primo grado, dal 1 al 31 marzo del 2017) risulta essere stato impugnato ai sensi delle norme citate, le domande basate sull’illecita reiterazione dei contratti a termine erano inammissibili”.

Per maggiori informazioni puoi contattare lo studio DLCI  al n. 091.6811454 o puoi scrivere all’e-mail segreteria@dlcilaw.it.

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