«È molto probabile che i furbetti dell’assessorato alla Sanità vengano licenziati se i fatti saranno accertati. Invece, credo sia molto difficile che lo siano i dirigenti, i quali sono certamente passibili di responsabilità disciplinare solo se ritardano nell’attivazione del procedimento nel caso di accertamento in flagranza della falsa attestazione della presenza in servizio». A chiarire le possibili
sanzioni per i 42 assenteisti di piazza Ottavio Ziino è Lorenzo Maria Dentici, avvocato giuslavorista – partner dello studio DLCI insieme al collega Luigi Maini Lo Casto – e docente di diritto del lavoro all’università di Palermo.
Per gli assenteisti si potrebbero aprire le porte del licenziamento?
«Sarebbe una misura adeguata. La riforma Madia è molto severa nei confronti dei funzionari pubblici che timbrano il cartellino e poi non vanno a lavorare.
Secondo questa riforma, al dipendente colto in flagranza di reato per avere attestato falsamente la presenza in servizio, deve essere applicata una sospensione cautelare entro 48 ore e poi attivato un procedimento disciplinare che deve concludersi entro trenta giorni».
La Regione, però, a quasi una settimana dal blitz delle fiamme gialle non ha ancora preso alcun provvedimento: come mai?
«Perché probabilmente è necessario effettuare ulteriori accertamenti. Sembrerebbe che i fatti siano risalenti e siano emersi attraverso la segnalazione della moglie di uno degli assenteisti».
Provvedimenti che non sono arrivati neanche nei confronti degli 11 dipendenti finiti agli arresti domiciliari…
«In linea di principio il procedimento disciplinare e il procedimento penale, per fatti così gravi, sono autonomi. Però è possibile che laddove siano necessari particolari accertamenti si possa sospendere il procedimento disciplinare nelle more di quello penale».
Quale sarà il destino dei dirigenti che non hanno effettuato i controlli?
«Possono rispondere di omessa vigilanza. Inoltre se ritardassero nell’attivazione del procedimento disciplinare nei confronti dei dipendenti (ma solo nel caso in cui i furbetti siano colti in flagranza), sarebbero a loro volta passibili di responsabilità disciplinare. I tempi di questo procedimento sono molto più rapidi rispetto alle ulteriori violazioni disciplinari che possono essere contestate dal dipendente pubblico proprio perché la riforma Madia rafforza ulteriormente la riforma Brunetta del 2009, volta a contrastare il fenomeno dei nullafacenti nel pubblico. Difficile che vengano licenziati».
La Regione potrà recuperare gli stipendi che gli assenteisti hanno incassato in modo illecito?
«Certamente sì perché il comportamento può essere fonte di responsabilità erariale. Ma c’è di più: se si accerta la falsa attestazione in servizio, si avvia un procedimento dinanzi alla Corte dei Conti per danno all’immagine nei confronti della pubblica amministrazione».
Vedi allegato
http://www.dlcilaw.it/public/files/gds%20pag%204%204_12_18.pdf