Erano stati licenziati da Multiservizi Spa messa in liquidazione ed erano stati riassunti tre giorni dopo dalla partecipata regionale SAS – Servizi Ausiliari Sicilia S.c.p.a ma con un contratto che prevedeva qualifiche più basse, nonostante fossero tre dirigenti. Invece i lavoratori avevano diritto a conservare le retribuzioni e gli inquadramenti goduti con la vecchia società per cui lavoravano.

Con una sentenza pronunciata qualche giorno fa, il giudice del lavoro di Palermo, Dante Martino, ha posto fine ad una complicata vicenda relativa a tre dipendenti della SAS assunti dalla società 25 settembre 2013 a seguito della messa in liquidazione di Multiservizi Spa.

La legge regionale n. 11/2010, per garantire i livelli occupazionali, aveva previsto il trasferimento del personale delle società dismesse, tra cui Multiservizi Spa alle nuove società risultanti dal processo di riordino.

I tre lavoratori, Antonio Zagarella, Vincenzo Cottone e Giovanni Farina – dopo essere stati impegnati nelle attività liquidatorie e nella gestione del passaggio di quasi mille unità di personale – erano stati licenziati da Multiservizi Spa il 23 settembre 2013 e assunti da SAS appena due giorni dopo. I tre, che rivestivano le posizioni dei direttore generale, il primo, e di dirigenti i secondi nella società soppressa sono stati contrattualizzati con qualifiche più basse. La qualifica dirigenziale, ma solo di seconda fascia, con una consistente decurtazione della retribuzione, è stata riconosciuta a Zagarella, mentre Cottone e Farina hanno firmato un contratto come funzionario e istruttore direttivo.

Accogliendo le domande dei lavoratori, difesi dagli avvocati Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto, il Tribunale di Palermo ha dichiarato che tra Multiservizi e SAS è intervenuto in data 1 novembre 2012 un trasferimento di azienda con la conseguenza che i lavoratori, oggetto di un licenziamento dichiarato nullo, avevano diritto a conservare le retribuzioni e gli inquadramenti goduti con Multiservizi S.p.A. prima di tale data.

Il giudice del lavoro ha, dunque, riconosciuto ai ricorrenti l’inquadramento quali dirigenti di seconda fascia, per Zagarella, e di prima fascia, per Cottone e Farina, oltre alle differenze retributive per l’illegittimo declassamento.

“La pronuncia del Tribunale – osservano i legali dei lavoratori Dentici e Maini Lo Casto – fa corretta applicazione della giurisprudenza della Cassazione e della Corte di giustizia dell’Unione europea. Quest’ultima (caso Süzen) ha chiarito che la le garanzie del trasferimento d’azienda (consistenti nella continuazione del rapporto e nel mantenimento dei diritti con il cessionario) si applicano anche in caso di transito di un complesso organizzato di lavoratori”. I tre lavoratori tornano, quindi, dirigenti di prima e di seconda fascia.